Eventi curiosi avvenuti a Sacconago ai primi del XX secolo
23 giugno 2011
CRONACHE SPARSE DEL PAESE E DELLA PARROCCHIA DI SACCONAGO
Cari amici, andiamo un po’ indietro nel tempo quando, tanto per capirci, un chilo di pane costava £ 0, 52.
Fu nel Marzo 1911 che il parroco di Sacconago Don Antonio Marelli e il Prevosto di Dairago Don Angelo Boschetti decisero di scambiarsi i pulpiti del Quaresimale: Don Marelli andò a partecipare a Dairago e Don Boschetti venne da noi. Qui si trovò benone, ottimo vitto e l’ accoglienza (a Sacconago c’è sempre stata aria e gente buona); ma non fu così per il nostro parroco che colà si buscò una brutta bronco-polmonite con grave complicanza di febbre tifoidea (la gente di qui mormorava: “chissá sa ga déan da mangiá a sto por om!”).
Se la portò dietro per tutto Marzo e Aprile. Fece Pasqua a letto e venne a dar man forte in parrocchia il Molto Rev. Dac. Dott. Rettore del Seminario del Duomo (spero di non essermi dimenticato nulla) Don Cesare Dotto.
Arrivati a Maggio la nostra Vergine del Rosario, quella della Chiesa Vecchia, non vedendo da giorni il suo parroco, mandò al medico condotto Dott. Quaranta l’ ispirazione per la giusta cura. La Madonna gli fece grazia di una perfetta guarigione. A Giugno, bene e in salute, celebrò la festa patronale con la Solenne Messa dei S.S. Pietro e Paolo, e chi venne a cantarla? Il prevosto di Dairago.
Fu subito allertato il nostro S. Cirillo martire e soldato, per proteggerli. Il nostro Santo ascoltò le preghiere dei genitori, si commosse dei sospiri delle morose, gradì molte fiammelle delle candele davanti alla sua urna e intercedette presso il Signore. Figuratevi se il Signore non debba cedere a S. Cirillo: li restituì tutti incolumi alle famiglie e nemmeno scalfiti dalle ferite. E dire che, come sta scritto in una cronaca manoscritta:
“… si erano più volte in posizioni criticissime e avevano preso parte a combattimenti accaniti”.
Eh, la forza del nostro Santo protettore! Ma anche, e che diamine, di nostri giovanotti. Qualcuno a Sacconago conserva la medaglia ricordo della campagna il Libia del soldato Zappatore 20° Reggimento Artiglieria di Montagna Caccia Enrico di Pietro.
CRONACHE SPARSE DEL PAESE E DELLA PARROCCHIA DI SACCONAGO
Cari amici, andiamo un po’ indietro nel tempo quando, tanto per capirci, un chilo di pane costava £ 0, 52.
Fu nel Marzo 1911 che il parroco di Sacconago Don Antonio Marelli e il Prevosto di Dairago Don Angelo Boschetti decisero di scambiarsi i pulpiti del Quaresimale: Don Marelli andò a partecipare a Dairago e Don Boschetti venne da noi. Qui si trovò benone, ottimo vitto e l’ accoglienza (a Sacconago c’è sempre stata aria e gente buona); ma non fu così per il nostro parroco che colà si buscò una brutta bronco-polmonite con grave complicanza di febbre tifoidea (la gente di qui mormorava: “chissá sa ga déan da mangiá a sto por om!”).
Se la portò dietro per tutto Marzo e Aprile. Fece Pasqua a letto e venne a dar man forte in parrocchia il Molto Rev. Dac. Dott. Rettore del Seminario del Duomo (spero di non essermi dimenticato nulla) Don Cesare Dotto.
Arrivati a Maggio la nostra Vergine del Rosario, quella della Chiesa Vecchia, non vedendo da giorni il suo parroco, mandò al medico condotto Dott. Quaranta l’ ispirazione per la giusta cura. La Madonna gli fece grazia di una perfetta guarigione. A Giugno, bene e in salute, celebrò la festa patronale con la Solenne Messa dei S.S. Pietro e Paolo, e chi venne a cantarla? Il prevosto di Dairago.
* * *
Il 29 Settembre del 1911 il Generale Caneva, per ordine di S.M. Vittorio Emanuele III, sbarcava a Tripoli alla conquista della Libia che faceva parte della Turchia. Lo seguirono anche 20 soldati sinaghiti, classe 1890/91 (por fio! A rísciu da lasághi a pèl in man di Türchi).Fu subito allertato il nostro S. Cirillo martire e soldato, per proteggerli. Il nostro Santo ascoltò le preghiere dei genitori, si commosse dei sospiri delle morose, gradì molte fiammelle delle candele davanti alla sua urna e intercedette presso il Signore. Figuratevi se il Signore non debba cedere a S. Cirillo: li restituì tutti incolumi alle famiglie e nemmeno scalfiti dalle ferite. E dire che, come sta scritto in una cronaca manoscritta:
“… si erano più volte in posizioni criticissime e avevano preso parte a combattimenti accaniti”.
Eh, la forza del nostro Santo protettore! Ma anche, e che diamine, di nostri giovanotti. Qualcuno a Sacconago conserva la medaglia ricordo della campagna il Libia del soldato Zappatore 20° Reggimento Artiglieria di Montagna Caccia Enrico di Pietro.
È accompagnata da un encomio che ne dice la disciplina, l’ attaccamento al dovere e alla Patria. Tre anni dopo la patria fu grata, si ricordò di lui e… lo mandò sui fronti della grande Guerra del ’15- ’18.
Dovette intervenire ancora San Cirillo e fu così che lo zappatore, artigliere e tutto il resto morì vecchio nel suo letto.
Cos’era successo? Il Cozzi stava costruendo il suo palazzo, che c’è ancora a Sud della piazzetta della Chiesa Vecchia e aveva la convenienza di appoggiare a sinistra alla proprietà dei Ballarati dove ora sorge la sede di una banca (prima lì c’era un bel giardino che dava in tondo alla piazzetta; fu distrutto, negli anni sessanta del secolo scorso, un bel giardino dei Ballarati per far posto al brutto palazzo della banca).
Ma tra le due proprietà si incuneava la nicchia di un pozzo chiuso da anni da un tavolato. Pozzo antico e funzionante, come recita il Cessato Catasto del 1857.
Naturalmente ora infastidiva e con grande attenzione e rispetto per una antica testimonianza della vita di un borgo (e ti pareva!), il Sig. ing. Sgroi capo dell’ uff. tecnico del Comune di Busto, diede il nullaosta per disfarsene.
Questo fatterello è emblematico per dire che, visto come stanno ora alcune cose nel paese di Sacconago incarcerato (pardon, conglobato) nel Comune di Busto A., la storia ha i suoi ricorsi.
Ci voleva poco, in cambio permesso di demolizione che però era meglio non concedere, obbligare il Sig. Cozzi a farsi carico delle spese almeno di una targa per ricordare, ad esempio che: “… fino al 1931 qui esisteva un pozzo comunale dal qual si ha memoria dal… ecc”.
E di certo si ha memoria che vi si attingesse ancora sul finire dell’ ottocento. Lo dice una denuncia del Sindaco di Sacconago dove si parla dei dispetti di alcuni monelli (i canciti da Sinàgu) facevano alle comari distratte nel loro pettegolare attorno alla vera del pozzo: facevano pipì nei secchi e se la davano a gambe.
Tra i cognomi dei denunciati ne leggo uno che mi è molto familiare in senso stretto. Per favore, non ditela in giro; già se ne dicono tante di noi sinaghiti …
Dovette intervenire ancora San Cirillo e fu così che lo zappatore, artigliere e tutto il resto morì vecchio nel suo letto.
* * *
Il Sig. Ernesto Cozzi abitante a Sacconago (detto scislagótu o cislgótu perché era di Cislago) scrive al Sig. Flavio Ballarati, famiglia illustre di grande storia sacconaghese, che : “ … da parte del Comune di Busto Arsizio non verrà promossa alcuna azione in dipendenza del fatto della demolizione de tavolato che racchiude il pozzo comunale” .Cos’era successo? Il Cozzi stava costruendo il suo palazzo, che c’è ancora a Sud della piazzetta della Chiesa Vecchia e aveva la convenienza di appoggiare a sinistra alla proprietà dei Ballarati dove ora sorge la sede di una banca (prima lì c’era un bel giardino che dava in tondo alla piazzetta; fu distrutto, negli anni sessanta del secolo scorso, un bel giardino dei Ballarati per far posto al brutto palazzo della banca).
Ma tra le due proprietà si incuneava la nicchia di un pozzo chiuso da anni da un tavolato. Pozzo antico e funzionante, come recita il Cessato Catasto del 1857.
Naturalmente ora infastidiva e con grande attenzione e rispetto per una antica testimonianza della vita di un borgo (e ti pareva!), il Sig. ing. Sgroi capo dell’ uff. tecnico del Comune di Busto, diede il nullaosta per disfarsene.
Questo fatterello è emblematico per dire che, visto come stanno ora alcune cose nel paese di Sacconago incarcerato (pardon, conglobato) nel Comune di Busto A., la storia ha i suoi ricorsi.
Ci voleva poco, in cambio permesso di demolizione che però era meglio non concedere, obbligare il Sig. Cozzi a farsi carico delle spese almeno di una targa per ricordare, ad esempio che: “… fino al 1931 qui esisteva un pozzo comunale dal qual si ha memoria dal… ecc”.
E di certo si ha memoria che vi si attingesse ancora sul finire dell’ ottocento. Lo dice una denuncia del Sindaco di Sacconago dove si parla dei dispetti di alcuni monelli (i canciti da Sinàgu) facevano alle comari distratte nel loro pettegolare attorno alla vera del pozzo: facevano pipì nei secchi e se la davano a gambe.
Tra i cognomi dei denunciati ne leggo uno che mi è molto familiare in senso stretto. Per favore, non ditela in giro; già se ne dicono tante di noi sinaghiti …
Da: Ginetto Grilli, su "Canto novo di Sacconago"