Le chiese di Busto Arsizio
Santa Maria di Piazza San Giovanni Battista San Michele Arcangelo San Rocco Chiesa vecchia di Sacconago Chiesa nuova di Sacconago Madonna in prato Cappella Canton Santo Santa Maria delle grazie Edicola di San Carlo Madonna in campagna di Sacconago
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Edicola di San Carlo A metà dell’ attuale via Matteotti (antica 'contrada piscina'), sul lato destro rispetto al normale senso di marcia (lato nord), si trova l’ edicola dedicata a S. Carlo Borromeo.

La statua di San carlo
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L’ edificio, sconosciuto ai più, era ubicato in prossimità di un antico pozzo pubblico oggi non più esistente, collocato sullo slargo stradale antistante l'edicola votiva stessa.
E' oggi costituito da un piccolo edificio quadrato consistente in tre arcate che contengono una volta a crociera, sostenuto
da esili colonnine appoggiate su alti plinti di pietra; la copertura originale era probabilmente di coppi ed era tutt’uno con le falde
della casa a cui è ancora oggi addossata.
Compare nelle mappe del catasto Teresiano del 1722 e, benché non vi siano documenti a supporto, si ritiene che la cappella originaria sia stata realizzata verso la metà del 1600, essendo il culto per San Carlo Borromeo diffusosi subito dopo la canonizzazione del 1610.
Doveva trattarsi di una semplice cappella come ve ne erano di numerose, fra cui si menziona quella scomparsa dedicata a S.Giovanni Battista.
Nelle carte ottocentesche conservate nell’archivio capitolare di San Giovanni Battista si trova una lettera del 1892
a nome del Sindaco di Busto nella quale, su richiesta istanza del Prevosto don Giuseppe Tettamanti, si concedeva di mettere
mano “ai restauri della Cappelletta denominata di San Carlo”.
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Poichè l’analisi delle tracce di pittura sulla statua in gesso di San e sulla corona di nuvole ed angeli che la circonda fanno pensare ad un intervento tardo ottocentesco, si può facilmente far coincidere l'attuale monumento come il risultato delle opere autorizzate nella lettera del 1892. Coeva al rifacimento dell'edicola di San Carlo è la realizzazione dell'edificio adiacente cui il tempietto è poggiato.
Vi è inoltre, sempre del medesimo periodo, l’affresco di San Carlo orante davanti al Crocefisso – universalmente
attribuito al pittore Luigi Tagliaferri – che si trovava, incorniciato da una modanatura a stucco, nell’atrio della casa adiacente. Il Tagliaferri, lecchese, lavorava in quegli anni a Busto su lavori commissionati proprio dal prevosto Tettamanti, sicchè è del tutto legittimo attendersi che si fosse prestato per eseguire il piccolo affresco (centimetri 80 x 80) su quella casa così vicina.

Disegno di Carlo Ferioli
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Sia la forma del tetto che la statua raffigurante il santo che la decorazione della parete di fondo, hanno caratteristiche incompatibili con lo stile seicentesco, sicchè se ne deduce che durante le opere del 1892vennero rifatte sia la cappella che le decorazioni.
Il tetto è stato realizzato in spioventi di rame, lo sfondo (angeli e nuvole) e la statua hanno sostituito una probabile e perduta decorazione pittorica del Santo, della quale le indagini compiute nel restauro del 1996 non hanno consentito di ritrovare tracce.
Settecentesco è senz'altro il voluminoso altare, che potrebbe esser stato qui collocato proveniente da altri edifici religiosi. Dello stesso periodo la cancellata in profili curvilinei tipici del secolo XVIII.
Nel 1931 si discusse l'ipotesi di spostare l'edicola in quanto rendeva disagevole l'accesso all'adiacente vicolo San Carlo. Fortunatamente questo tempietto si è salvato dalla furia modernista che tante vittime illustri ha mietuto in Busto, specie negli anni 50-60.
Presumibilmente si salvo grazie al fatto che l’edicola è sempre stata un punto di riferimento della religiosità popolare,
nel rapporto sia con le antiche istituzioni delle Crocette, sia per le processioni del Corpus Domini e delle annuali Litanie Minori, che si celebravano per la benedizione della campagna.
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E stata restaurata una prima volta nel 1996, ma già dopo pochi anni denotava segni di degrado, ed in seguito è stata anche oggetto di atti vandalici.

L'edicola di San Carlo come appare oggi
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Su intervento del laboratorio di restauro San Gregorio di Busto Arsizio, si è così proceduto ad una ennesima robusta forma di restauro.
Dai resoconti dei restauratori, risultava che l'intero complesso soffrisse di gravissime problematiche derivanti dall'umidità e da una cattiva esecuzione dei restauri del 1996, che, di fatto, hanno aggravato il deterioramento della statua, ed inoltre hanno modificato la pellicola pittorica.
Si è così proceduto ad un restauro tecnico di grandissima professionalità, di cui il laboratorio San Gregorio ha dato ampia prova negli ultimi decenni.
Attualmente pertanto l'edicola è tornata ad assumere un aspetto coerente con le origini e si confida in una conservazione per lungo periodo.
Il legame fra Busto e San Carlo è sempre stato molto forte.
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S. Carlo nacque ad Arona il 2 ottobre 1538. Secondo leggenda, la giornata in cui nacque era coperta di nubi fittissime, ma appena il futuro Santo vide la luce un raggio di sole illuminò la camera natale, segno che la vita di questo Borromeo avrebbe brillato nella storia.
Il cronista bustocco Crespi Castoldi, ricordando la visita pastorale si S. Carlo a Busto avvenuta nel 1582, asserisce che l’arcivescovo,
pregando nel santuario di Santa Maria “emanò dal volto fulgentissimi raggi”.
Il Cardinal Schuster fece dono alla nostra Basilica di un calzare di S. Carlo.
Numerose sono le Reliquie del Santo presenti nelle nostre Chiese.

Disegno di Silvia Ghiringhelli
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Nella sacrestia di S. Giovanni si conserva l’Atto della ricostituzione della Confraternita del SS. Sacramento, avvenuta il 12 Giugno
1583 per opera del Santo, di cui si nota la firma leggibilissima: "Carolis Card. Tit. S. Praxedis. Archiep. deleg. Apost."
Nell’Archivio di S. Giovanni si conserva anche un fascio di ben ventisette lettere del Santo Pastore, datate quasi tutte dagli anni 1569-1574, una dal 1577, due dal 1578 e una del 1579. Sono indirizzate al Vicario Foraneo della Pieve che in quegli anni risiedeva ancora ad Olgiate Olona
Nelle prime ventitre si sottoscrive: Il Card. Borromeo, mentre nelle ultime quattro: Il Card. di S. Prassede.
In quasi tutte è ben conservato anche il sigillo collo stemma.
Va ricordato che nel 1582, lo stesso S. Carlo, nella Visita Pastorale, vista
l’importanza del Borgo e la diligenza nelle cura delel cose religiose, ecise di qui trasferire la sede della pieve ed il Capitolo.
A S. Carlo è stata dedicata la nuova chiesa sita fra Sacconago e San Michele
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Enrico Candiani, 15 novembre 2014
Bibliografia
Conoscere la città di Busto Arsizio - 2004 (di Augusto Spada)
Busto Arsizio Architetture Pubbliche (Di Bertolli e altri - scheda di Santino Langè)
Archivio storico San Giovanni Battista
La cappella di San Carlo in Busto Arsizio 1996 (Di M. Cagelli S. Langè)
Tracce, n.5/1996, recensione a Cagelli-Langé (di G. Paciarotti)
Busto Arsizio notizie storico statistiche - 1864 (di L. Ferrario)
Giornate Bustocche (Busto Arsizio, 1937)
Note tecniche sullo stato di conservazione e sull’intervento, a cura del Laboratorio San Gregorio, Restauro Opere d’Arte



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