Il prestigio sociale
Eccoci dunque alla puntata conclusiva.
Il PRESTIGIO SOCIALE è l’ultimo, non per importanza, dei requisiti che una ‘parlata’ deve avere per potersi considerare Lingua.
E qui il panorama è desolante. Già a partire dalla metà del XX secolo, la scolarizzazione portata avanti da maestri provenienti in massa da altre zone d’Italia ha comportato un gravissimo vulnus al prestigio del bustocco: nelle scuole si considerava la parlata bustocca come un rozzo ed incivile modo di esprimersi. Le famiglie hanno iniziato a impedire ai figli di parlare bustocco.
Parlare bustocco era roba da zotici, da ignoranti.
Questo filone è proseguito prepotentemente fino alla fine del ‘900 quando uno sparuto gruppo di tenaci sostenitori della cultura bustocca (ne cito solo alcuni per la loro straordinaria determinazione: Giavini, Bandera, Tosi, Solbiati, Mocchetti) ha prepotentemente riportato a galla la prestigiosità della nostra parlata.
Ma era tardi. Nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei negozi, il Bustocco non si parla più se non – appunto – fra gli ormai sparuti e tenaci sostenitori.
Eccoci dunque alla puntata conclusiva.
Il PRESTIGIO SOCIALE è l’ultimo, non per importanza, dei requisiti che una ‘parlata’ deve avere per potersi considerare Lingua.
E qui il panorama è desolante. Già a partire dalla metà del XX secolo, la scolarizzazione portata avanti da maestri provenienti in massa da altre zone d’Italia ha comportato un gravissimo vulnus al prestigio del bustocco: nelle scuole si considerava la parlata bustocca come un rozzo ed incivile modo di esprimersi. Le famiglie hanno iniziato a impedire ai figli di parlare bustocco.
Parlare bustocco era roba da zotici, da ignoranti.
Questo filone è proseguito prepotentemente fino alla fine del ‘900 quando uno sparuto gruppo di tenaci sostenitori della cultura bustocca (ne cito solo alcuni per la loro straordinaria determinazione: Giavini, Bandera, Tosi, Solbiati, Mocchetti) ha prepotentemente riportato a galla la prestigiosità della nostra parlata.
Ma era tardi. Nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei negozi, il Bustocco non si parla più se non – appunto – fra gli ormai sparuti e tenaci sostenitori.
Finalmente da qualche anno le amministrazioni locali hanno dato la giusta attenzione a questo aspetto culturale.
Ma non è abbastanza.
Le generazioni del XXI secolo sono ormai aliene al Bustocco.
Siamo dunque al ‘redde rationem’.
C’è sufficiente prestigio sociale, oggi, per il Bustocco ?
Nessuno ormai addita più noi, ‘gli ultimi moicani’ (come simpaticamente ci ha definiti un caro amico cultore delle nostre tradizioni), come rozzi ignoranti.
E ciò accade perché alla ‘parlata da strada’ abbiamo preferito la cultura.
Il Bustocco ha acquisito prestigio sociale. Ma ciò è avvenuto quando la diffusione della Lingua era ormai ridotta ai minimi termini.
Dunque, il Bustocco ha prestigio sociale ? si, ma non abbastanza da poterne consentire la sopravvivenza ancora per molto tempo.
Il rischio, il rischio vero, è che se non ne facciamo definitivamente una forma di cultura, la ‘parlata da strada’ si estingua nel volgere di pochissimi anni. E con essa il Bustocco diventerà soggetto di antropologia culturale.
Enrico Candiani, 13 marzo 2022
Ma non è abbastanza.
Le generazioni del XXI secolo sono ormai aliene al Bustocco.
Siamo dunque al ‘redde rationem’.
C’è sufficiente prestigio sociale, oggi, per il Bustocco ?
Nessuno ormai addita più noi, ‘gli ultimi moicani’ (come simpaticamente ci ha definiti un caro amico cultore delle nostre tradizioni), come rozzi ignoranti.
E ciò accade perché alla ‘parlata da strada’ abbiamo preferito la cultura.
Il Bustocco ha acquisito prestigio sociale. Ma ciò è avvenuto quando la diffusione della Lingua era ormai ridotta ai minimi termini.
Dunque, il Bustocco ha prestigio sociale ? si, ma non abbastanza da poterne consentire la sopravvivenza ancora per molto tempo.
Il rischio, il rischio vero, è che se non ne facciamo definitivamente una forma di cultura, la ‘parlata da strada’ si estingua nel volgere di pochissimi anni. E con essa il Bustocco diventerà soggetto di antropologia culturale.
Enrico Candiani, 13 marzo 2022