Lettera di un Sinaghino di Washington


Ho trovato il suo sito facendo delle riceche su internet. Sono un bustocco residente negli USA dal 2003.
Le faccio innanzitutto i miei complimenti per la sua bella iniziativa, per le informazioni sulla nostra citta' e sulle sue tradizioni. Le scrivo perche' due anni fa sono andato in Uruguay per lavoro e ho avuto la fortuna di conoscere un pezzetto di Busto in Sudamerica.
Ho passato una settimana a Montevideo, e ho visitato la chiesa della Madonna dell’Aiuto di Montevideo (Madonna de la Ayuda), menzionata nel libro di Giavini (mio vicino di casa a Busto) sull’emigrazione da Busto Arsizio all’America del Sud.
Armato di una copia del libro aperta nella pagina con la foto della chiesa, ho preso un taxi dal quartiere residenziale di Punta Carretta (all’est del centro storico), e gli ho chiesto di dirigersi verso la chiesa mostrata nella foto.
La prima sorpresa e’ stata scoprire che la chiesa non e’ molto conosciuta e che il 'Cerro', la montagnola sul lato destro della baia di Montevideo su cui e’ stata eretta la chiesa, e’ molto distante dal centro storico e dai bei quartieri liberty della citta’. In taxi il viaggio dura circa 20 minuti. La distanza non e’ solo geografica, ma anche psicologica e sociale. Passando dal centro storico al porto si attraversano i semi-abbandonati quartieri industriali del porto, e si costeggia un tratto di mare estremamente degradato. La montagnola poi e’ completamente diversa dalla foto in bianco e nero del libro. Un secolo fa’ l’estensione della citta’ era molto minore, ed il “Cerro”, collocato dal lato opposto della baia rispetto al centro storico, doveva assomigliare al Sacro Monte di Varese: un’area verde, salubre, panoramica, a poca distanza dalla citta’. Oggi invece la montagnola e’ quasi completamente coperta da abitati residenziali di basso livello economico. Pochissime le auto, e le poche che si vedevano parcheggiate ai lati delle strade rattoppate, dimostravano ancora piu' anni dei miei capelli bianchi. Invece ho visto molti cani e i bambini nel prato in discesa della piazza davanti alla chiesa (nella nebbiolina invernale mi sono sembrati impegnati a giocare una strana partita di calcio tra ragazzini e quadrupedi).
Purtroppo la chiesa era deserta. Ho suonato un paio di campanelli, ma nessuno mi ha risposto. Entrato in chiesa ho fatto un po’ di foto (allegate) alla statua della Madonna dell’Aiuto esposta sull’altare (come nella nostra basilica di Santa Maria), ho acceso un cero per i miei cari a Busto e sono uscito. Con mia grande sorpresa ho scoperto che il taxi mi aveva aspettato fuori dalla porta. Mi dice che aveva preferito tornare ad aspettarmi, preoccupato che non trovassi un passaggio ‘sicuro’ per tornare in centro. Dopo una breve tappa in un negozietto di alimentari per comprare un paio di salamini (tipici) e una cartolina, siamo andati all’aeroporto. Allontanandomi dal Cerro senza aver soddisfatto la mia curiosita’ di conoscere qualche discendente dei nostri emigranti Bustocchi e di ascoltare le sue storie, mi sono ripromesso di continuare la ricerca in occasione della prossima visita.

Saluti da Washington, e ancora complimenti per il sito.

Nicola Saporiti