Caro Enrico:
Che gioia sentire da voi, si sono andata alla Chiesa della Madonna, (allego fotografie e storie della Chiesa). La chiesa è bella, solo che è situata in un quartiere molto povero e nel corso del tempo si sta deteriorando. Il sacerdote incaricato, Padre Eric, mi ha detto l'urgente necessità di riparare la rete elettrica, ma non ha i mezzi per prendere tali accordi. Gli raccontai della parrocchia di Sacconago, e abbiamo pensato (Padre Eric e io) di rivolgerci al Parroco di Sacconago, per dire, forse ai suoi devoti se ci vogliono aiutare in questo difficile compito di raccolta di fondi, da una chiesa che è proprio lontana, ma vicina nel cuore. Può essere la mia missione, di unire le due Chiese in questo progetto di sostegno al Padre Eric. Io informarai a Lei tutto ciò che accade. In altri mail Le racconto i dettagli della Chiesa e dei suoi affreschi strani. Cari saluti Silvia Norbis |
Caro Enrico, non so se capisce un po lo spagnolo; invio una e-mail da Padre Eric, con le informazioni della chiesa. La cosa più importante è che la Chiesa era molto lussuosa in un primo momento, ma poi è stata modernizzata; un pittore Lino Dinetto, poco conosciuto in quel momento, e di taglio molto all'avanguardia, ha fatto gli affreschi che sono dietro l'altare. Io non sapevo tanto, come per dire, se sono o non sono buoni, ma sembrano un po' strani, diversi di quello che si vede abbitualmente nelle chiese. (c`é anche il diavolo). Scioccanti direi - questa è la parola che mi viene in testa - . Dopo pochi minuti di osservazione ha cominciato a piacermi, aspetto che anche a Lei sembri la stessa cosa. Saluti affettuosi Silvia Storia della chiesa Storia della vergine "de la ayuda" |
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L'arte di Lino Dinetto Il grande artista veneto Lino Dinetto (nella foto) nasce in provincia di Padova, ad Este, il 1° settembre 1927. Amante delle arti fin dalla tenera età, trovandosi anche nella serenità della madre di accettare le sue scelte, non senza sacrificio, si avventurò anche col cattivo tempo, a dipingere “en plein air” nella suggestiva cornice dei Colli Euganei. Decise di fare di Venezia la sua prima fonte di erudizione artistica, studiando i classici veneti, affrontando delle lezioni importanti per il suo lungo percorso; nella “capitale lagunare” dove migliaia di persone provenivano da tutto il mondo, etnie e culture diverse, la vita scorreva in modo diverso rispetto ad altre città, sciolta in canali, piazze e splendide opere circondate dalle acque, costruite in epoche e secoli diversi. Dopo aver conosciuto Carrà e Sironi, Dinetto approfondì le proprie riflessioni, analizzando la metafisica e il messaggio dell’opera d’arte, l’ordine degli elementi, l’armonia e il pensiero del colore. Iniziò a dedicarsi anima e corpo alla creazione di grandi dipinti, fu così che dopo una serie di fortunati affreschi, ricevette uno dei primi incarichi commissionatogli dall’Abbazia di Monte Oliveto in Toscana: illustra l’Ultima Cena del Cristo. Oltre al Veneto, il suo nome giunse anche in altre regioni d’Italia: tre anni dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu richiesto a Padova per prendere parte alla prima Mostra del Tempio. Partì ben presto per Montevideo in Uruguay, dove fu impegnato per quasi un lustro nell’affresco dell’intera Cattedrale di S. José; grande fu il consenso e il successo riscosso al termine dei lavori, tanto che già dal 1955 al 1960 fu convocato all’Istituto delle Belle Arti “S. Francisco” a Montevideo per presiedere all’insegnamento di Pittura e Disegno. |
Fu in quei luoghi, così distanti dalla sua terra natale, che meditò su un’altra corrente artistica: il cubismo; l’arte di Lino Dinetto cominciò così a trasformarsi, provando un nuovo gusto oltre la formalità dell’immagine.
Dopo la realizzazione di due serie (fra le numerose del maestro) “I Porti” e “Il Cosmo”, nel 1959 il Museo d’Arte Moderna di San Paolo del Brasile volle allestirgli a pieno merito una mostra completamente in suo onore. Non passò neanche un anno dal suo ritorno in Italia, avvenuto nel 1960, che si rimise subito al lavoro, già nel ’63 iniziò a dedicarsi alle “Storie monastiche”, viaggiò (non solo) in questo periodo da Foligno a Monza, da Mantova a Roma, per ricevere in seguito il grande incarico da parte del Principe Ranieri di realizzare un intero ciclo completo di opere. La sua sensibilità per il mondo dell’arte, il talento indiscusso, lo hanno portato alla scoperta e alla conquista di un mondo; facendo fiorire anche oltreoceano il suo nome. Le famose fanciulle di Lino Dinetto, i suoi nudi, linee protese alla definizione, lanciano sguardi di serenità e intrisi di lietitudine come un augurio delle sue opere, di vedere un’umanità d’amore, dove non esistano primi o terzi mondi, dove la violenza e il male sono inutili. |
Le sue immagini trascinano in un mondo di utopie, di desideri, di luce che si trasforma, come negli “Amanti nel bosco” (del 1985) in cui in uno sprazzo di sole, fuori da un esistere caotico, un uomo e una donna decidono con un bacio delicato di credere ancora una volta nell’amore. Nel suo “Paesaggio veneto” un semplice abbraccio ricopre di armonie sottili, l’ombra-rifugio ricavata da un albero, un’elegante speranza quella che trapela dalle sue opere, come dallo studio “Immagini”, in cui il volto delle sue fanciulle, quasi degli angeli senza ali, si fanno ritrarre offrendo a chi guarda un timido sorriso (nella foto "nudo"). Oltre ai premi e ai riconoscimenti ufficiali ricevuti dal maestro Lino Dinetto, non bisogna altresì trascurare alcune delle numerose mostre personali avvenute dal 1955 al 1974 a: Verona, Venezia, Siena, Rovereto, Vicenza, Padova, Belluno, Bassano del Grappa, Tarcento, Mestre, Prato, Udine, Cortina d’Ampezzo e San Donà di Piave, degli avvenimenti a cui numerosi appassionati di vera arte hanno preso parte venendo dall’Italia e dall’Estero. Biografia tratta da: http://www2.regione.veneto.it/videoinf/giornale/ newgiornale/73_2006/09/pittura_dinetto.htm |