Un 'supermarket' sommerso


All’interno del nostro porto c’era una nave da carico affondata dal precedete bombardamento, la quale era carica di vivande destinate forse alle truppe dell’Africa. Era immersa a sette otto metri, ma noi un bel giorno l’abbiamo presa di mira ed un nostro compagno si è tuffato un po’ per curiosità e un po’ auspicando speranzoso di ricuperare chissà che cosa; ma questo accertamento ci fu molto utile perché si è scoperto che conteneva roba buona che a noi tutti era di grande scarsità.
In seguito ci siamo ripetutamente immersi e da un portellone di coperta spalancato ci siamo resi conto che c’era una buona probabilità di recupero. Con l’astuzia della grande necessità, la fame ci ha aguzzato l’ingegno, e con una buona cima (corda) legata ad un buon gancio, uno si tuffava e agganciava e gli altri sulla barca tiravano.
Volle la fortuna che incominciammo a recuperare casse di tonno in scatola, casse di pomodori ma dal lato opposto di questa stiva ho notato c’erano una montagna di sacchi che tendevano a galleggiare.
Non sapevamo il contenuto e quasi per gioco abbiamo agganciato anche quelli, ma il caso volle che una volta mosso un sacco, per la forza del galleggiamento ne sono saltati fuori una ventina. Con il coltello abbiamo visto il contenuto (era tutta farina). Questa farina si era bagnata solo un centimetro. Abbiamo portato questi sacchi a terra, li abbiamo tagliati in longitudine e il recupero di farina è stato grande. Abbiamo ripetuto l’operazione molte volte e davamo farina a tutti perché a quei tempi il pane era molto, ma davvero molto scarso ! Poco lontano dal porto c’era una fattoria che aveva del buon vino, e ne facevamo delle ottime permute col vino. Per noi quel tesoro era diventato una specie di proprietà, ma un giorno la cosa venne a conoscenza dei tedeschi e della finanza. Tutti volevano rubare qualcosa finchè una bella sera ci siamo sparati alcuni colpi di pistola.

Gino Candiani

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