13 aprile 1946: spareggio con il Lecco
Come al solito verso l’una e dieci ero già sceso in piazza San Giovanni, dove mi aspettava il fido Emilietto, socio in affari ed assai abile nell’attività di smercio di figurine e biglie ”bugietti“, indispensabile per contrastare la superiorità tecnica e lo strapotere dei fratelli Preite e Cesana.
All’improvviso sentimmo un rombo di motori e tutti assieme ci rigirammo attoniti e trasecolati: un paio d’anni prima la piazza San Giovanni era stata invasa da una trentina di autocarri tedeschi, zeppi di armatissimi camerati della Wermatch, con lo sguardo truce e pieno di odio, rimasti per tutto il pomeriggio sull’attenti ed impassibili a far dimostrazione di forza.
In verità erano solo un paio di autocarri Fiat 626, noleggiati di un gruppo di tifosi della Pro Patria per seguire la gara di spareggio con il Lecco del 13 aprile 1946 all’Arena di Milano ed ottenere l’ammissione al girone finale del campionato misto B/C 1945/46.
In un battibaleno il carico venne completato e pronti via. Da ultimo uscì dal Bar Lucio Nino Bossi, mi vide attento con il naso all’insù, mi sollevò a mezz’aria e buttò nella mischia. Ero divenuto oramai“ tifoso” abile ed arruolato anche per le trasferte.
Via per XX Settembre, Castellanza e poi Legnano dove una nutrita schiera di tifosi Lilla ci aspettava al varco: sassi e quant’altro, qualche scalfittura e poi via di gran carriera sino al Sempione di Milano e da lì all’Arena, non zeppa come ai tempi di Peppino Meazza, ma brulicante di circa settemila tifosi ripartiti in parti eguali tra bustesi e lecchesi.
All’improvviso sentimmo un rombo di motori e tutti assieme ci rigirammo attoniti e trasecolati: un paio d’anni prima la piazza San Giovanni era stata invasa da una trentina di autocarri tedeschi, zeppi di armatissimi camerati della Wermatch, con lo sguardo truce e pieno di odio, rimasti per tutto il pomeriggio sull’attenti ed impassibili a far dimostrazione di forza.
In verità erano solo un paio di autocarri Fiat 626, noleggiati di un gruppo di tifosi della Pro Patria per seguire la gara di spareggio con il Lecco del 13 aprile 1946 all’Arena di Milano ed ottenere l’ammissione al girone finale del campionato misto B/C 1945/46.
In un battibaleno il carico venne completato e pronti via. Da ultimo uscì dal Bar Lucio Nino Bossi, mi vide attento con il naso all’insù, mi sollevò a mezz’aria e buttò nella mischia. Ero divenuto oramai“ tifoso” abile ed arruolato anche per le trasferte.
Via per XX Settembre, Castellanza e poi Legnano dove una nutrita schiera di tifosi Lilla ci aspettava al varco: sassi e quant’altro, qualche scalfittura e poi via di gran carriera sino al Sempione di Milano e da lì all’Arena, non zeppa come ai tempi di Peppino Meazza, ma brulicante di circa settemila tifosi ripartiti in parti eguali tra bustesi e lecchesi.
Per la Pro Patria in campo: Visco, Crespi, Marelli; Borra, Pozzi, Azzimonti; Turconi, Colombi, Gallazzi, Molina, Cavigioli.
Per il Lecco: Zibetti, Bonocore, Realini; Montipò, Di Cuonzo, Rossetti; Meroni, Piccioli, Renica, Bonomi, Riva. Arbitro Cipriani.
Avvio di gara in sordina e massima attenzione per entrambre le squadre. Poi Giancarlo Crespi, ripreso in squadra dopo eccessive critiche dà il via ad una fase di gioco che la vede la Pro Patria asseragliare il Lecco con ottime triangolazioni tra Turconi, Colombi, Gallazzi e velocissime incursioni del leprotto Cavigioli. La rete sembra matura ma non arriva, il Lecco si riprende e sfiora a sua volta il gol con l’insidioso attaccante Renica grazie ad un miracoloso intervento dell’agilissimo e spettacolare Guido Visco. La ripresa è condotta a fasi alterne con un paio di parate di Visco ed altrettante del non più giovane Zibetti.
E poi via ai tempi supplementari con affanno palese dei blucelesti, fasi alterne emozionanti e pari salomonico finale, giusto nella sostanza per la grande prova sostenuta da entrambe le compagini.
La beffa: un mese dopo la Federazione annullò per errore tecnico la gara disputata dalla Pro Patria a Mantova persa per 1-0; rigiocata terminò 0-0 e permise l’accesso alla Pro Patria alla griglia finale vinta dall’Alessandria, promossa alla serie A.
Per il Lecco: Zibetti, Bonocore, Realini; Montipò, Di Cuonzo, Rossetti; Meroni, Piccioli, Renica, Bonomi, Riva. Arbitro Cipriani.
Avvio di gara in sordina e massima attenzione per entrambre le squadre. Poi Giancarlo Crespi, ripreso in squadra dopo eccessive critiche dà il via ad una fase di gioco che la vede la Pro Patria asseragliare il Lecco con ottime triangolazioni tra Turconi, Colombi, Gallazzi e velocissime incursioni del leprotto Cavigioli. La rete sembra matura ma non arriva, il Lecco si riprende e sfiora a sua volta il gol con l’insidioso attaccante Renica grazie ad un miracoloso intervento dell’agilissimo e spettacolare Guido Visco. La ripresa è condotta a fasi alterne con un paio di parate di Visco ed altrettante del non più giovane Zibetti.
E poi via ai tempi supplementari con affanno palese dei blucelesti, fasi alterne emozionanti e pari salomonico finale, giusto nella sostanza per la grande prova sostenuta da entrambe le compagini.
La beffa: un mese dopo la Federazione annullò per errore tecnico la gara disputata dalla Pro Patria a Mantova persa per 1-0; rigiocata terminò 0-0 e permise l’accesso alla Pro Patria alla griglia finale vinta dall’Alessandria, promossa alla serie A.
Giorgio Giacomelli