Le chiese di Busto Arsizio

Santa Maria di Piazza
San Giovanni Battista
San Michele Arcangelo
San Rocco
Chiesa vecchia di Sacconago
Chiesa nuova di Sacconago
Madonna in prato
Cappella Canton Santo
Santa Maria delle grazie
Edicola di San Carlo
Madonna in campagna di Sacconago

Madonna in prato
Chiesa della Madonna in prato, dedicata all’immacolata concezione.



L'esterno della chiesa
Storia

La chiesa sorge sulla biforcazione tra le strade che conducevano a Gallarate (sulla destra guardando la facciata della chiesa), e a Verghera ed Arnate (a sinistra). Le strade, antichissime, sulle quali sorse la prima cappelletta sono tutt’oggi esistenti, anche se ormai l’ambiente è completamente urbanizzato, laddove, ai tempi, erano strade di campagna che partivano dal prato esterno delle mura ed al fossato che proteggevano il borgo.
Su detta biforcazione sorgeva un’edicola con un dipinto della Madonna che allatta il Bambino. Si trattava di una semplice cappelletta o edicola come se ne trovano moltissime specie alle biforcazioni delle antiche strade di campagna.
L’edicola originaria, stimata presente sin dal ‘300, aveva un piccolo portico aperto, ripetutamente modificato, che alla fine del “500, venne trasformato – per iniziativa di coniugi della famiglia Tosi, in chiesa con l’aggiunta di un aula rettangolare coperta con capriate di legno ed un soffitto piano, che venne costruita sul davanti rispetto alla cappella iniziale, la quale divenne il presbiterio della nuova chiesa. Si celebrarono messe a partire dal 1599. La cappella – divenuta presbiterio – venne chiusa, rispetto all’aula, da una cancellata in ferro battuto con inserti in ottone, di buon pregio. In un secondo momento vennero edificati ai lati della cappelletta-presbiterio il campanile (a sinistra) e la sagrestia (a destra), dopo la visita e l’ordine relativo, del cardinale Federico Borromeo del 103.. Una nuova e più ampia sagrestia con soprastante locale verrà realizzata dietro l’altare ai primi anni del ‘700.

La chiesa attuale

Fu però Biagio Bellotti, negli anni 1773-74, a modificare la chiesa rendendola sostanzialmente come la vediamo oggi.
Venne abbattuta la parete di fondo, trasformando così la seconda sagrestia - retrostante l’altare - nel nuovo presbiterio, che venne coperto con una volta a vela di pianta ovale e senza ellittica.
L’originale cappelletta contenente il dipinto della madonna venne materialmente spostata all’indietro, e lo stesso Bellotti ridipinse l’affresco sopra quello originario. Venne costruito un nuovo altare ed una nuova sagrestia, sul retro della parete di fondo cui l’altare venne poggiato, e venne ampliata l’aula mediante demolizione delle pareti laterali.
La copertura venne realizzata con volta a vela.

L'interno della chiesa

La volta principale affrescata da Biagio Bellotti
Durante i lavori diretti dal Bellotti si verificò un incidente ad un operaio, il quale miracolosamente si salvò da una rovinosa caduta dalle impalcature e l’episodio è ricordato in una tela conservata nel Museo di Arte Sacra di San Michele Arcangelo.
La facciata: sono presenti lesene realizzate mediante lievi risalti di intonaco, semplici capitelli, un frontone spezzato che regge figure di angeli e dell’Immacolata. Le finestre hanno ben quattro diversi profili.
Adibita a magazzino militare in epoca napoleonica, venne poi ripetutamente assoggettata a manutenzioni nel 1893, nel 1921 e, fortunatamente, negli anni 1976-78, dopo che con un accorato articolo sulla Prealpina del 9 maggio '75, Giuseppe Magini e prima di lui il Paciarotti (9.1.1971 e 13.10.1971) avevano "tirato le orecchie" alle autorità civili e religiose della città denunciando lo stato di vergognoso abbandono di quest'opera.

All’interno.

Al Bellotti sono attribuibili i dipinti della volta principale (la Gloria della Vergine con l’arcangelo Michele) dei pennacchi (le figure di Ester e Assuero, Giuditta e Oloferne, David e Abigail, Giaele e Sisara) mentre i dipinti della volta del nuovo presbiterio, anonimi, rappresentano angeli che seggono il sole e la luna.
Durante i recenti lavori di restauro, il dipinto della madonna, del Bellotti, è stato rimosso riportando alla luce l’originario affresco della cappella cinquecentesca.


L'affresco della madonna che allatta
Enrico Candiani-Angelo Crespi, 21 agosto 2009

Bibliografia
  • Conoscere la città di Busto Arsizio di Augusto Spada (2004)
  • Città di Busto Arsizio Guida Annuario (1952) p. 33
  • Rassegna religiosa comunità di San Michele, 1976, lug-ago-sett, pp 8-11; 1976, nov. pp 7-8; 1978 p. 26
  • Arch. diocesano, visite pastorali, 1603-1604
  • Busto Arsizio Architetture Pubbliche (Di Bertolli e altri)
  • Prealpina, 1975, 9 maggio; 1971, 9 gennaio;