Incontro sul commercio ai Molini Marzoli
Il 25 maggio 2005 si è tenuta alla sala tramogge dei Molini Marzoli di Busto Arsizio il convegno sul Commercio Urbano, promosso dalla Associazione commercianti di Busto Arsizio. Sono intervenuti, oltre al Presidente dell’associazione, Cav. Mazzuchelli, ed al Sindaco Rosa, il prof. Luca Zanderighi e l’arch. Antonio Citterio, nonchè il dott. Renato Borghi, vice presidente dell’unione lombarda del commercio.
L’incontro è stato molto interessante e ha visto la partecipazione attenta del pubblico presente, composto in prevalenza da operatori commerciali.
Per la verità, il quadro delle prospettive economico commerciali è stato dipinto a tinte non certo rosee, ed in particolare è stato rilevato come l’attuale classe imprenditoriale abbia bisogno di rimboccarsi le maniche per non soccombere, quasi per eccessivo benessere, di fronte alle rampanti realtà con cui si deve confrontare. E’ stata evidenziata la generale mancanza di idee e progetti nell’impostare le attività imprenditoriali singole e - soprattutto - le scelte politiche di fondo che sottendono all’iniziativa privata. E’ un dovere degli imprenditori commerciali unirsi per affrontare le nuove sfide, e soprattutto è stata sottolineata l'irreversibilità del mutamento delle modalità di distribuzione: il grande centro commerciale non si combatte!. Da esso si deve trarre spunto per migliorare se stessi e proporsi come una valida alternativa. E per far ciò è necessario prepararsi, formarsi professionalmente. Di questi giorni la statistica secondo la quale dieci grandi gruppi fatturano in Italia l'80 % dell'intero commercio al dettaglio !
E' stato grandemente evidenziato il problema della rivitalizzazione commerciale sia dei centri storici che delle periferie.Il Dott. Borghi ha prontamente preso spunto dagli interventi degli altri relatori per ribadire che laddove il commercio al dettaglio, o anche il centro commerciale, vengono abbandonati sorge, immediatamente, un problema di ordine pubblico.Laddove il commerciante chiude, si consegna direttamente la zona, per così dire, alla necessità di interventi di polizia.
Ciò che servono sono le idee, i progetti, e, da ultimo, gli strumenti legali per poterli attuare. L'arch. Citterio sottolinea come, spesso, l'ordine delle iniziative sia rovesciato rispetto alla vera efficienza imprenditoriale. Anzichè creare una idea, progettarne lo sviluppo, e poi ottenere i finanziamenti, pubblici o privati, e gli strumenti giuridici adatti, si finisce per attendere i finanziamenti, magari pubblici, e poi, per ottenerli, si raffazzona qualche progetto che possa ottenere il finanziamento stesso. Un ottimo modo per creare idee fiacche, progetti scadenti e sprecare risorse. Il punto vendita deve attrarre per il semplice motivo che piace. Acquistare è un piacere, una soddisfazione. Oggi spesso, molto spesso, si compra per il solo gusto di comprare, più che per l'esigenza effettiva del bene acquistato. Bisogna saper dare al consumatore questa sensazione di piacere. E, sulla massa critica dei consumatori, più gente c'è, più il posto è bello, indipendentemente dalla bellezza effettiva, oggettiva del posto. Verrebbe da dire che la funzione dell’”acquisto”, nella sua massa critica, è una sorta di delirio collettivo che, come tale, deve avvenire appunto collettivamente e non già in un silenzioso e desolato negozio. Avete mai visto come si riempie un bar ove la musica è alta e percepita dall'esterno ? Avete mai visto come si riempie se il gestore lo "pre-riempie" con amici suoi che fanno da vere e proprie "comparse" ? Se un locale è pieno, state sicuri che la gente cercherà di entrarvi anche se quasi non vi riesce fisicamente.
L'esortazione finale è che il commercio non è morto, ma deve adattarsi. Escluse le nicchie particolari, il grosso del commercio deve passare attraverso metodi distributivi che soddisfino il consumatore del 2010, non già quello degli anni '50.