Anche con Eros Sciorilli incontriano un personaggio oggi poco noto ai bustocchi.
Eros Sciorilli nasce a Busto Arsizio il 25 novembre 1911, ed è il più noto di una famiglia di poeti e musicisti. È stato pianista, direttore d’orchestra, compositore di musica leggera italiana tra i più popolari, autore e arrangiatore di moltissime canzoni, si dice 500. Tra le prime la più famosa è lo swing In cerca di te (perduto amor) più nota come Solo me ne vo per la città; cantata da Natalino Otto diventa, si può dire, l’inno dell’Italia nel dopoguerra. Ne esistono innumerevoli versioni jazz o solo strumentali ed è stata proposta anche all’estero in tutte le lingue. Numerose le interpretazioni dei cantanti italiani di tutte le epoche, da Jonny Dorelli, Nicola Arigliano, Iva Zanicchi, Gianni Morandi, Gabriella Ferri fino alla versione più recente di Simona Molinari. Memorabile rimane l’interpretazione di Mariangela Melato in "Il Regista di Matrimoni" di Marco Bellocchio (2005).
Le sue canzoni di successo più recenti sono Non pensare a me che, cantata da Claudio Villa e Iva Zanicchi ha vinto il Festival di Sanremo nel 1967, La riva bianca, la riva nera sempre cantata da Iva Zanicchi e Sono una donna, non sono una santa cantata da Rosanna Fratello.
La sua famiglia di origine viene, però, da lontano. Suo nonno Giacomo nasce a Perano, in provincia di Chieti, nel 1850; è una guardia carceraria e, come dipendente pubblico, cambia più volte la sede di lavoro. A Termini Imerese conosce Luisa Coppini, nativa di Fiesole e più giovane di lui di undici anni. Dalla loro unione nell’aprile 1884 nasce Ernesto Ettore, il padre di Eros, a cui seguiranno altri cinque figli. La famiglia si trasferirà prima a Torino, poi a Larino in provincia di Campobasso ed infine a Busto Arsizio dove Giacomo e Luisa riposano nel cimitero principale.
Ernesto Ettore, il padre di Eros, sposa la giovane legnanese Barbara Bordegoni all’inizio del 1911.
Ettore svolge l’attività di rappresentante di commercio, ma è anche il poeta e lo scrittore che aderisce al Manifesto del movimento Futurista. Scrive prose liriche che pubblica in proprio; nel 1917 dà alle stampe l’opera dal titolo “More di fratta” a cui fanno seguito “Riverberi di una coscienza in catene” nel 1919 e “Fiamme che ardono sempre” nel 1920. La prima pubblicazione e la terza sono stampate con i tipi dello Stab. Tip. A. Volonterio Succ. Pianezza e Ferrari di Busto Arsizio.
Per le sue convinzioni artistiche e politiche Ettore Ernesto viene segnalato quale “anarchico” nel Casellario Politico Centrale (CPC). Da Busto decide di emigrare in Argentina e con la moglie Barbara ed il figlio Eros sbarca a Buenos Aires dal P.fo Ammiraglio Bettolo il 31 gennaio del 1925. (CEMLA)
Poco tempo dopo la famigliola rientra in Italia dove Ettore riprende la sua attività di rappresentante di commercio. Più avanti si trasferiscono a Milano dove Ettore muore il 12 agosto 1946 a seguito di una lunga malattia, mentre Barbara scompare il 13 settembre 1971; ambedue riposano nel Cimitero Maggiore di Milano.
Fin da piccolo Eros manifesta le sue spiccate qualità musicali e inizia a studiare pianoforte con una maestra privata. A quattordici anni appena compiuti emigra con i genitori a Buenos Aires e si esibisce come pianista nei teatri argentini. Rientrato poco dopo in Italia, intraprende gli studi di pianoforte al Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro con il grande pianista Amilcare Zanella di cui diviene il delfino.
Eros Siorilli in gioventù
Molto presto compone un’operetta per bambini, oltre ad altre varie composizioni. Insofferente della disciplina scolastica, alla vigilia di sostenere gli esami dell’ultimo anno di pianoforte, abbandona gli studi regolari; compone canzoni e ballabili con cui partecipa a numerosi concorsi per canzoni folcloristiche, piazzandosi sempre ai primi posti. Nell’agosto 1928 partecipa, in gara con i migliori maestri della plaga, alla prima edizione della Festa della canzone marchigiana ottenendo il primo e il secondo premio con “due composizioni tecnicamente perfette e di spirito così popolare” da stupire la stessa giuria che, all’apertura delle buste contenenti i nomi dei vincitori, si trova di fronte un ragazzone, poco meno che ventenne, che ha saputo rivaleggiare con i migliori maestri della regione. (La Provincia di Varese, luglio 1932, pag. 21-24).
Nel luglio del 1929 con i ritmi indiavolati del jazz intrattiene gli intervenuti alle feste della Canottieri di Nettuno a Porto S. Giorgio.
Nel 1932 partecipa al concorso della Canzone Bosina di Varese vincendo il II°, III° e V° premio con le canzoni Or mé paees l’è ’n paradiis, Gnii Bass e Rachella. Nello stesso anno con gli amici di Busto forma un proprio complesso, il Quintetto Sciorilli, che si esibisce nei locali della zona. Consegue i primi grandi successi con Campana muta e Chitarra innamorata, imponendosi all’attenzione del pubblico e dei grossi editori.
Il quintetto Sciorilli Foto Archivio Alfio Castiglioni
Eros è fra i primi in Italia a comporre canzoni ritmiche; la sua Tulilem-blem-blù (uno dei primi successi del Trio Lescano) si può considerare una pietra miliare del jazz-hot italiano.
Con le edizioni musicali A. Marcora di Busto pubblica lo spartito di Inno contraereo e Non è un sogno le cui copertine sono disegnate da un altro bustocco, il pittore futurista Ivanhoe Gambini e, tra le altre, la riuscitissima satira indiavolata di Quante volte hai fatto goal. Degli anni “coloniali” sono Vieni a Macallé (1935) e C’era una volta il Negus.
Particolare degli spartiti Edizioni Musicali Marcora di Busto Arsizio (1932)
Particolare degli spartiti Edizioni Musicali Marcora di Busto Arsizio (1932)
Nel 1936 la Compagnia di spettacoli musicali «Lina Gennari-Renato Mariani» mette in scena una sua operetta rivista su libretto di A.L. Fiorita intitolata Il labirinto rosa. Per questo “superspettacolo” Sciorilli compone le canzoni Il labirinto rosa, Sempre Eva, Peschi in fiore, Volar che frenesia!, Tu sei l’amore, In tutti i cuori, Valzer bianco e S.M. l’Amore, pubblicate dalla Casa Musicale A. Marcora di Busto, ottenendo un grande successo anche in questo campo, tanto che nel 1938 viene scritturato, quale autore esclusivo, dal gruppo editoriale «Messaggerie Musicali» e da Busto si trasferisce a Milano. Soggiorna spesso sulla costa marchigiana e nella stagione balneare del 1937 e 1938 viene scritturato per dirigere l’orchestrina della Palazzina Azzurra a San Benedetto del Tronto.
Nel 1938, viene assunto come collaboratore musicale ed arrangiatore dalla Fonit.
Per il Carnevale di Busto del 1939, con i versi di Umberto Bertini, compone la musica della canzone Fanciulle di Busto che diviene l’inno ufficiale del carnevale bustocco.
I successi di Eros pubblicati dalle Ediz. A. Marcora di Busto A.
Le sue canzoni vengono trasmesse alla radio a tutte le ore del giorno e della sera e costituiscono una collana di autentici successi. Di quegli anni sono note anche alcune sue incisioni come cantante accompagnato da vari direttori d’orchestra (Danza con me, Son geloso di te, Il mio cuore, Pippo non lo sa, Sul campanile del Duomo). Degli ultimi anni trenta sono Quel prode Anselmo, Forse t’amerò, Cing Ciang è andato in guerra, Birimbo Birambo, Soltanto un saluto, Sei senza cuore, Verrò con l’organetto, E’ tornato Barbapedana. Seguono i motivi fox quali Stanotte è nato l’amor o il valzer “villereccio” agreste e idilliaco Sulla sponda del Ruscello o quello dal tema grottesco La sirena del laghetto. Non manca anche la produzione di canzoni satiriche quale Tarantella al sale inglese del 1940 e Non si fa l’amore quando piove del 1941.
Antifascista convinto, durante il conflitto bellico si rifiuta di suonare per i tedeschi, mentre lo fa per gli americani che poi lo aiutano a passare la linea gotica per andare a trovare il padre morente.
Nel maggio 1945 debutta alla Radio Tricolore quale “valoroso condottiero dell’orchestra”.
Nell’immediato dopoguerra continuano i suoi successi con In cerca di te (perduto amore). Compone anche musica per riviste fra cui alcune per la rivista di Garinei e Giovannini “Si stava meglio domani” per la Compagnia Wanda Osiris-Enrico Viarisio (1947).
Torna nella Riviera marchigiana con la riapertura della Palazzina Azzurra, che era stata chiusa nel periodo bellico, e dà inizio agli anni d’oro del locale, l’orchestra passa da sei a dodici elementi e trova ospitalità nella “Conchiglia” appena costruita.
Foto Novelli - Archivio Alfio Castiglioni
Nell’inconfondibile cornice della “conchiglia” rimane ancora oggi l’immagine dell’orchestra di Eros Sciorilli, il musicista che resta nella mente e nel cuore di tanti sambenedettesi per aver regalato alla città tante serate indimenticabili e una canzone, intitolata appunto “La Palazzina Azzurra”, che rimane una delle colonne sonore delle magiche estati della Riviera delle palme dei tempi d’oro.
Nel dopoguerra riforma il suo complesso, con Mirella Zamboni alla voce, Pino Guerra alla chitarra, Raoul Ceroni al trombone, Mirko Barbier alla batteria e al vibrafono, Germano Tellarini al clarinetto e lo stesso Sciorilli al pianoforte. Effettua tournée in tutta Europa portando anche alcune sue canzoni in versione francese. Della sua canzone più famosa In cerca di te Esiste anche una versione in lingua jugoslava del 1956.
A capo della sua orchestra incide moltissimi dischi a 78 giri con le sue canzoni che la radio propone accanto alle sue interpretazioni di brani di altri autori.
Sposa Eloisa Spaziani e nel 1955 nasce il primo figlio Ettore.
La famiglia ed il primo figlio
La famiglia passa le vacanze alternando i soggiorni tra S. Benedetto del Tronto e la Val Vigezzo.
Verso la fine degli anni '50 Eros intraprende anche l'attività editoriale fondando le Edizioni Musicali "Mascotte" di cui è General manager, mentre la moglie ne assume la presidenza. Nel 1961 nasce il secondo figlio Gianluca.
Con Alberto Testa, grande amico e anche lui assiduo frequentatore della Val Vigezzo, stabilisce un sodalizio che nel corso degli anni dà vita a molte canzoni, tra cui Non pensare a me che, interpretata da Claudio Villa ed Iva Zanicchi, vince il Festival di Sanremo 1967, Sono una donna, non sono una santa il maggior successo di Rosanna Fratello e La riva bianca, la riva nera presentata da Iva Zanicchi a Un disco per l'estate 1971.
Nella seconda metà degli anni '70 si ritira dall'attività, ma nel 1977 partecipa allo Zecchino d'Oro con il brano Nel duemila.
Eros scompare a Milano il 27 giugno 1981 ed è sepolto nel Cimitero Maggiore. Sua moglie Eloisa, dopo aver vissuto nella memoria del marito insieme ai figli Gianluca ed Ettore, dedicandosi a loro e alle nipoti Vittoria, Morgan e Audrey, scompare il 18 Gennaio 2019.
Il primogenito Ettore, trovandosi in casa il pianoforte del padre, impara molto presto a suonarlo, così come la chitarra e si iscrive alla scuola civica di Milano dove studia musica. Impegnato fin da piccolo nello sport equestre lascia gli studi di pianoforte; a quattordici anni inizia lo studio del contrabbasso con il primo contrabbassista della Scala e si iscrive alla facoltà di filosofia senza però arrivare alla laurea.
Nel 1976 ottiene un contratto con la Wea e incide il singolo Oayo ayo, in onore degli indiani, cui seguono Occhi blu (1977) e Faccino tondo (1978). Nel 1979 esce il suo primo long playing che sarà seguito da un Q disc nel 1981 con Roberto Colombo (marito di Antonella Ruggero). Dopo la morte del padre, con la madre Eloisa e il fratello GianLuca si trasferisce nella loro casa in Val Vigezzo, ottiene in comodato d’uso una scuderia locale istituendo una scuola di equitazione che però lascia dopo due anni per andare in Australia dove fa diversi lavori tra cui l’istruttore equestre, l’insegnante di italiano alla Dante Alighieri e l’attore in alcuni film e spot pubblicitari. Sposa un’australiana e dopo cinque anni torna in Italia e continua a dedicarsi ai cavalli in una cascina dell’Oltrepò pavese in cui vive. Dalle nozze australiane è nata la figlia Morgan che ha seguito le orme del nonno Eros, è una cantante jazz con il nome d’arte di Aurielle.
Anche Vittoria, figlia di Gianluca, segue le orme del nonno Eros e frequenta l’ultimo anno del liceo musicale di Omegna, allieva della Maestra Angela Centola.
“Considero l’artista parte integrante della società e,
al tempo stesso, elemento di evoluzione e di rivoluzione.”
Eros Sciorilli