Il conte Rodolfo Crespi 1874-1939
Il bustocco che costruì un impero cotoniero in Brasile
Ottavo di 9 figli, Rodolfo Enrico Crespi era nato il 30 marzo 1874 a Busto Arsizio in via Solferino n. 4 da Amalia Crespi Ghisalda, cucitrice, e da Girolamo Stefano Crespi, ma di soprannome Fòllia, contadino, tessitore e mercante. Aveva studiato per qualche anno, poi aveva trovato impiego nell’azienda di Enrico dell’Acqua, il quale decise di mandarlo nella sua filiale a São Paulo in Brasile dove arrivò nel maggio del 1893. Rodolfo lo raccontò in una lettera scritta il 30 agosto 1929 al Podestà di Busto Arsizio che lo aveva invitato ad assistere alle celebrazioni in onore di Enrico Dell’Acqua.(1)
Nella filiale principale della capitale, l’allora diciannovenne Rodolfo sembra svolgesse la mansione di magazziniere (2).
Aveva conosciuto Marina Regoli, originaria della Garfagnana, che lavorava nella cucina del Grand Hotel Ristorante Comércio, di proprietà dei suoi genitori Pietro e Margherita Orlandi. La sposò il 28 novembre 1895. Poi arrivò la crisi e in quel momento erano richiesti i venditori ambulanti.
Rodolfo perciò decise di lasciare il Dell'Acqua. Nel 1897 con il suocero Pietro Regoli ed il socio accomandatario Carlos de Cainpos costituì la società Regoli, Crespi & Cia. La società, che si occupava di importare articoli italiani, tra cui vino e olio toscano, aprì una filiale a Busto Arsizio per evadere gli ordini di acquisto e di spedizione della merce, e più tardi anche una filiale a Milano in Foro Bonaparte 55.
Oltre a ciò, la società agiva anche come ufficio postale e “Casa Bancaria” effettuando transazioni in valuta estera. Allo stesso tempo la Regoli, Crespi & Cia. aveva costruito un primo edificio nel quartiere di Moòca, dove con pochi telai a mano e alcune macchine per maglieria, iniziava la produzione in loco di quegli articoli che era diventato antieconomico importare per le elevate tasse doganali.
Il marchio di fabbrica della Regoli,Crespi & C.,
che nel 1903
partecipò alla V Esposizione Campionaria di Roma
L’attività, iniziata più che modestamente con una trentina di operai, aveva nel frattempo cambiato denominazione: dapprima società Rodolfo Crespi & C , poi Società Anonima-Cotonificio Rodolfo Crespi. Nel 1906 impiegava dai 520 ai 650 operai nei diversi reparti in base alle necessità della produzione. Il reparto di filatura, attrezzato con macchine «Asa Lees e C.», produceva 5.500 fusi. Il reparto di tessitura impiegava 50 telai Jacquard a mano, 100 telai meccanici, a semplice altezza, e 100 telai meccanici a doppia altezza in diverse misure. La superficie, coperta dalle gallerie e tettoie, misurava circa 15.000 mq.
Il Cotonificio Rodolfo Crespi,
Vitaliano Rotellini, Il Brasile e gli Italiani (1906)
L'espansione, le agitazioni socialiLa prima grande espansione della fabbrica avvenne nel 1911 con la costruzione, su una superficie di 26000 mq, di vari nuovi edifici, che comprendevano oltre alle sezioni di filatura e tessitura, la tintoria, la maglieria, l’approvvigionamento e l’officina di preparazione. In quell’epoca il cotonificio contava più di 1305 operai: 947 italiani di cui 234 uomini, 223 donne maggiori di 22 anni, 225 minori di 22 anni e 243 bambini.
Il Cotonificio fu anche il palcoscenico per le prime manifestazioni dei lavoratori, che sfociarono nello sciopero generale del luglio 1917.
Con la prima Grande Guerra (1914-1918) in corso in Europa, il Brasile iniziò ad esportare i suoi prodotti. Gli industriali, che avevano grosse difficoltà ad importare nuovi macchinari per aumentare la produzione, decisero di prolungare l’orario di lavoro fino a 16 ore al giorno sabato compreso, senza aumento di salario.
Il 9 giugno 1917, un sabato, circa 400 lavoratori del Cotonificio Crespi, per lo più donne, interruppero le loro attività chiedendo principalmente la riduzione dell’orario di lavoro e l’aumento di salario del 15-20%. Lo sciopero si diffuse rapidamente in altre categorie in città e poi in tutto il paese. Sebbene repressa dalla forza pubblica, l’astensione dal lavoro fu prolungata per 36 giorni e ottenne, come risultato, l’abolizione del lavoro notturno per le donne e il divieto di sfruttamento del lavoro dei bambini di età inferiore a 14 anni.
Intorno al 1920 venne costruito il nuovo edificio di filatura di 4 piani, in ferro e mattoni rossi, visibili dall'esterno, simile alle costruzioni realizzate in Inghilterra. L'edificio principale occupava un'area costruita di circa 50.000 m² e, ancora oggi, domina il quartiere di Moòca.
Nel 1928 il Cotonificio Rodolfo Crespi
impegnava più di 3300 operai con 54000 fusi e 1240 telai.
La famiglia
Nell’ottobre 1897 nacque Renata e nel febbraio 1899 arrivò Adriano, poi Dino nel marzo 1900 ed infine Raul Raimondo nel dicembre 1909.
La famiglia nel 1917. Da sinistra Donna Marina con i figli
Raul (8 anni), Renata (20), Adriano (18) e Dino (17)
Rodolfo Crespi. Museu da Casa Brasileira (MCB) (3)
Adriano sposò Maria Immacolata Rondino (Titina),
Dino si unì a Nelida Lenci nel 1923 e
Raul Rolando sposò Irene Medici nel 1937.
La primogenita
Renata si era unita in matrimonio nel 1914 con Fabio Da Silva Prado, che fu sindaco di São Paulo dal 7 settembre 1934 al 31 gennaio 1938. Non ebbero figli, ma nel 1940 fecero costruire una grande casa dove vissero fino al 1968. Oggi quella villa ospita il Museo della Casa Brasiliana (MCB), specializzato in design e architettura.
Dino, che dalla moglie Nelida Lenci aveva avuto i figli
Rodolfo Rudi e
Marco Fabio, perì a seguito di un tragico evento. La sera del 15 settembre 1929 venne gravemente ferito dall’ex-autista personale di sua moglie, che era stato licenziato qualche mese prima perché accusato dalla contessa di furti di benzina e di altro. Dino Crespi fu sottoposto a intervento chirurgico, che sembrò migliorare il suo stato. Morì, però in ospedale per sopraggiunte complicazioni polmonari nel primo pomeriggio del 21 settembre.
In quei giorni i genitori erano in Italia e avevano già deciso di donare all’Ospedale di Busto un milione di lire in titoli del Littorio da destinare alla cura dei bustocchi meno abbienti. A seguito del triste evento accaduto al figlio di Rodolfo il Presidente della Congregazione di Carità decise anche di istituire con il nome di suo figlio Dino una fondazione ed un premio annuale per il miglior rapporto scientifico tra i giovani medici dell’Ospedale Civico.
A ricordo dei Conti Crespi il 4 novembre 1933 l’Amministrazione dell’Ospedale appose una lapide con il ritratto bronzeo di Dino all’ingresso della Biblioteca che porta il suo nome.
Lapide a memoria del conte Dino Crespi
all'Ospedale di Busto Arsizio
il Conte Rodolfo Crespi
nell’acquaforte di Enrico Arcioni (1875-1954) (5)
Rodolfo Rudi, figlio di Dino e Nelida, nato il 7 agosto 1924, fu per noi il più noto dei suoi discendenti. Insieme alla moglie Consuelo fu il promotore della moda italiana nel mondo e l’animatore del jet set nazionale e internazionale negli anni 50 e 60.
Rudi Crespi, discendente del conte Rodolfo
in una foto degli anni '60 del XX secolo
Lo stadio Conde Rodolfo Crespi
Rodolfo Crespi aveva due passioni il calcio e le corse di cavalli.
Nel 1924 fondò il Cotonifício Rodolfo Crespi Futebol Clube (C.R.C.F.C.) e, per poter praticare il calcio in condizioni più degne, donò alla squadra un terreno di sua proprietà, fino ad allora utilizzato come scuderia dei suoi cavalli, che venne trasformato in stadio.
Il C.R.C.F.C. conquistò il titolo di Campione nel 1929 con 16 partite, 13 vittorie, 2 pareggi, 1 sconfitta, 46 goal marcati e 13 subiti.
In anni più recenti in quello stadio Pelé segnò il più bel gol della sua carriera calcistica.
Lo stadio Conte Rodolfo Crespi
Le iniziative culturali
Il 10 dicembre 1909 Rodolfo Crespi venne eletto presidente del Comitato di Sãn Paulo della «Società Dante Alighieri per la diffusione della lingua e della cultura italiana». L’idea di fondare un istituto che permettesse ai figli degli immigrati italiani di completare il ciclo di studi dalle elementari fino alle superiori gli venne già un decennio prima, il cammino fu lungo e nei primi di febbraio del 1913 l’Istituto si insediò nell'edificio di Alamedia Jaù dov’è tutt'ora.
Rodolfo Crespi fu il munifico presidente del consiglio direttivo dell'Istituto Medio dal 1911 al 1939. A questa importantissima scuola che per lui fu
“una parte dell'anima” non fece mai mancare il sostegno finanziario e la dedizione di fondatore. (4)
Oltre ad aver creato dal nulla il suo Cotonificio, Rodolfo Crespi acquistò un cementificio, una fabbrica di cappelli (Orientale) e un’altra tessitura, tutte già di proprietà di un altro italiano, Nicola Puglisi Carbone. Fu anche “fazendero”, proprietario della Fazenda Santa Cruz di Araras.
Rodolfo Crespi era presente in ogni iniziativa italiana, fu Presidente dell’Istituto coloniale italiano e dell’Istituto Medio “Dante Alighieri”, Consigliere della Camera italiana di Commercio e Condirettore della Banca Francese e Italiana per l'America del Sud. Fondò anche il giornale Il Piccolo.
Titoli onorifici e la morte
Fu nominato Cavaliere al merito del Lavoro il 26/12/1907 dal Governo Italiano, Cavaliere di Gran Croce e nel 1928 venne insignito del titolo di Conte, trasmissibile agli eredi.
Rodolfo Crespi mancò, dopo lunga malattia, il 27 gennaio 1939 e venne sepolto nel Cimitero della Consolazione di San Paolo.
Nel suo testamento aveva espresso la volontà di essere sepolto in divisa con la camicia nera.
Lasciò 500.000 al Duce, perché ne disponesse liberamente; 350.000 lire all’Istituto medio “Dante Alighieri”; 250.000 lire all’Ospedale italiano «Umberto I°»; 250.000 lire all’Ospedale brasiliano della casa della Misericordia; 250.000 lire all’Orfanotrofio italiano «Cristoforo Colombo»; 100.000 lire al Fascio femminile e alle colonie marine; 100.000 lire alle opere assistenziali italiane. (4)
Mausoleo della famiglia Crespi
per gentile concessione del Museu da Casa Brasileira (MCB)
Il Filatoio, bassorilievo nel Mausoleo della Famiglia Crespi
Percival Tirapeli, São Paulo Artes e Etnias (2001) pag. 260
Bibliografia
1) Busto Arsizio commemorando Enrico Dell’Acqua, Busto Arsizio (1929 – Anno VII) pag. 104.
2) Alessandro dell’Aira, Lungo studi grande amore – Rodolfo Crespi e l’Istituto Medio italo-brasiliano “Dante Alighieri” di San Paolo (2012) pag. 174.
3) MUSEU DA CASA BRASILEIRA.
A Casa e a Cidade – Coleção Crespi-Prado. São Paulo. 2012
4) Alessandro Dell’Aira, Rodolfo Crespi - Uma parte de alma – Vida de Crespi e do Istituto Medio, Dante Cultural, marzo 2011 pag. 24.
5) Giuseppe Pacciarotti, Un volto una storia - la Quadreria dei benefattori dell'Ospedale di Busto Arsizio (2007) pag. 71
Sono grato a Giuseppe Pacciarotti per le notizie e i documenti riguardanti Rodolfo Crespi, Luca Beltramolli per la ricostruzione dell’albero genealogico della Famiglia Crespi e il Museu da casa Brasileira MCB nella persona di Giovanna Marlia Borghi e o núcleo de Preservação, Pesquisa e Documentação per il supporto nella ricerca a São Paulo.
Ricerca di Paolo U. Ferrario