11 febbraio 2005: Sacconago perde la Sua storia

Il giorno dell’anniversario del concordato fra stato italiano e chiesa cattolica, accade che a Sacconago si perda per sempre un pezzo di Storia. In piazza S. Donato, ossia laddove sorgeva l’antichissima chiesetta di S. Donato, demolita con improvvida intempestività nelgi anni ’50, è stato demolito lo stabilimento della Tessitura Quadrelli.
Il pieno centro storico di Sacconago perde così un pezzo essenziale della propria – appunto – storia.
Lo Stabilimento Quadrelli, per chi è di Sacconago, sembra sia stato in quel punto da sempre. Non v’è alcuno che possa ricordare la piazza senza – sul lato sud – la facciata dello stabilimento.
Numerose generazioni di Sinaghini (e non) hanno passato la loro vita la dentro, laddove si lavorava, sodo, per portare a casa il pane per la famiglia.
Ciascun Sinaghino ricorda i camion parcheggiati davanti al portone (magari li ricorda anche per averci “sacramentato” contro in quanto davano fastidio al traffico). Camion che caricavano e scaricavano le pezze ed i materiali grezzi.

Qui non ci interessa la storia dello stabilimento Quadrelli.
Se qualche lettore ne avesse voglia, potrà farcene un articolo e lo pubblicheremo senza indugio.
Ma qui ci interessa altro. Ci interessa il ricordo, il pensiero alle innumerevoli maestranze che hanno solcato quei pavimenti, che si rintanavano dietro le finestre, le imposte della fabbrica. Gli uomini che scaricavano e caricavano le pezze ed i macchinari.
Ci interessa il sudore della fronte, il rumore dei macchinari che martellavano all’interno e che si facevano udire all’esterno.
Ci interessano le innumerevoli famiglie che, lavorando la dentro, hanno ottenuto un relativo benessere, uscendo dalla endemica povertà di un paese, come il nostro, come Sacconago, che di magra agricoltura è campato per un paio di millenni.
Un paese che, pur nella povertà dei suoi mezzi, ha costruito quella magnifica opera che è la nostra Chiesa vecchia, oggi in fase di meraviglioso, scientifico, accurato restauro grazie alla intraprendenza del nostro incommensurabile don Luigi Caimi.
Ebbene, fermo, davanti al cumulo di rovine dello stabilimento abbattuto, ho rivisto nella mia memoria – e posso immaginare cosa abbia rivissuto nella propria chi ha qualche lustro più di me sul groppone – quegli operai ed operaie che vedevo entrare ed uscire da quella fabbrica.

La fatica di uomini, donne, operai, impiegati, tecnici, dirigenti, imprenditori, permea quei ruderi. La dentro c’è una parte di loro. Molti di coloro che la dentro hanno speso la loro vita sono sepolti, ormai.
Un altro pezzo di loro, oggi, viene caricato su dei camion ed avviato al riciclo di quel materiale edile che componeva lo stabilimento Quadrelli.
Da domani, sorgerà qualcosa di nuovo.
Ma Sacconago non sarà mai più la stessa senza la Sua “Piaza dul quadreli”.
Si, perché la Piazza S. Donato, a Sacconago, era a tutti nota come “a piaza dul Quadreli”, benché il largo Quadrelli stia in Via Poma davanti alle scuole Medie.
Mio figlio, che ha quasi sei anni, forse ricorderà vagamente quella piazza.
Io, io no. Io la ricorderò, così, per sempre.

Enrico Candiani

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