Intervista sui progetti per San Michele



Da un anno circa c’è un nuovo vicario parrocchiale a San Michele, don Fabio Molteni, che coadiuva il parroco nelle varie attività, soprattutto quelle rivolte agli adulti. Don Fabio la chiesa è stata finalmente rimessa a nuovo, manca solo il campanile. Quando si prevede che possa essere sistemato?
«Al momento si stanno preventivando degli studi per un risanamento totale del campanile, in seguito si vedrà quando intervenire. Soprattutto è seriamente compromesso l’uso delle campane. La torre campanaria è molto antica, risale a più di mille anni fa e ha origini longobarde. Una volta rimesso a nuovo potrebbe diventare un simbolo per la città, è un monumento importante».
Come trova oggi la piazza?
«Non essendo qui da molto non so com’era prima, l’ho vista già rinnovata. Credo che sia poco valorizzata come centro di aggregazione, andrebbe utilizzata meglio, per esempio come luogo per ritrovi e mostre all’aperto, soprattutto nella bella stagione. Di sera è frequentata per incontri che un po’ la sviliscono, vengono qui a bere e lasciano alcuni segni, come per esempio le bottiglie rotte sul sagrato della chiesa, che fanno trasparire un clima di disagio, seppur non grave. Da quando sono qui la parrocchia non ha fatto molto per favorire un miglior uso della piazza, ma credo che il motivo siano stati i lavori in corso che ne impedivano un ampio uso.

In vista del centenario della parrocchia che sarà celebrato nel 2006 e della festa patronale di settembre la piazza potrebbe diventare un luogo di aggregazione, un segno visibile di una comunità parrocchiale aperta, del popolo di Dio in cammino. Per quell’occasione potremmo pensare a qualcosa di particolare che permetta di valorizzare la piazza e di favorire l’incontro tra le persone».
Di cosa si occupa all’interno della parrocchia?
«Seguo insieme al parroco la pastorale degli adulti e quella familiare, non mi occupo invece dei giovani e dell’oratorio perché è compito dell’altro coadiutore. Per gli adulti organizziamo degli incontri mensili, quest’anno sul tema della chiesa. Poi seguo, sempre insieme al parroco, il corso per i fidanzati e quattro degli otto gruppi familiari presenti in parrocchia, che sono ben rodati e molto impegnati. Il discorso della pastorale familiare qui da noi è decisamente di elevata qualità. Il 6 novembre scorso per le famiglie abbiamo organizzato un convegno intitolato “L’esodo delle profondità – Comunicazione nella coppia” al quale sono intervenuti vari esperti (biblisti, psicologi e altri da Bose, Vengono, eccetera), e il pomeriggio anche io ho tenuto un laboratorio».
Lei è laureato in giurisprudenza, giusto?
«Sì, proprio per questo sono anche l’assistente dei giuristi cattolici di Busto Arsizio, con i quali organizziamo celebrazioni eucaristiche e pure momenti di confronto sulle tematiche giuridiche».

Brigida Rangone

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