Attività degli Scout a Busto Arsizio
18/10/2005 - BUSTO ARSIZIO Sono circa 700 a Busto Arsizio gli scout dell’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani), un numero consistente di persone di tutte le età, accomunate da valori e ideali. Fondato dal generale inglese Baden Powell, che una volta congedatosi dall’esercito dedicò la sua vita all’educazione dei giovani, lo scoutismo cominciò a svilupparsi in Italia all’inizio del Novecento e approdò nella nostra città nel 1945. Negli anni ’50 ci fu poi una grossa crisi, che venne superata grazie all’impegno di Carlo Valentini. Da allora il movimento scout cittadino è enormemente cresciuto, arrivando al suo sessantesimo anno e dando vita a tre gruppi distinti: il Busto 1 (www.bustoarsizioprimo.com), che ha sede in via Pozzi all’interno del cortile del cinema Nuovo Mignon, il Busto 3 che si trova in via Pepe nell’area dell’ex macello e infine il Busto 5 che ha sede in via Lega Lombarda presso il Pime. Questi gruppi rappresentano un contesto importante in città per l’educazione delle giovani generazioni, collaborando in questo compito con le famiglie, le parrocchie, le scuole e con altre associazioni che si occupano di minori. Lo fanno attraverso un loro metodo specifico che mira alla formazione del “buon cittadino”. Attraverso una serie di esperienze e attività concrete, basate sul gioco, l’avventura, il servizio, lo scoutismo insegna ai ragazzi a diventare persone autonome e responsabili, attente ai bisogni degli altri e rispettose della natura. L’obiettivo del metodo scout è infatti quello di sviluppare le capacità globali di ogni ragazzo in primo luogo educando al senso critico, cioè a saper distinguere il bello dal brutto, l'utile |
dall’inutile, il necessario dal superfluo per scegliere ciò che è giusto e respingere ciò che è sbagliato. In secondo luogo è un’educazione ai valori fondamentali dell’uomo, come patrimonio inalienabile della persona.
«Lo scoutismo è ancora valido, soprattutto ora», interviene Roberto Villano, capo gruppo del Busto 1. «È un metodo che va controcorrente ai valori di questa società del successo, del tutto subito, dell'usa e getta, del consumismo. Ci insegna a essere felici stando con le persone e non con le cose. Inoltre educa al servizio e alla partecipazione attiva: ad esempio i ragazzi più grandi del nostro gruppo portano avanti già da mesi un servizio serale di mensa per i poveri nel convento dei frati di Busto». Anche secondo Agostino Valentini, capo gruppo del Busto 3 il metodo scout è attuale: «Lo scoutismo punta alla formazione del carattere, quindi è importante che gli educatori siano persone di qualità. Un problema grosso della società di oggi è il relativismo: non c’è più distinzione tra il bene e il male. Purtroppo siccome il ruolo educativo è un compito difficile, in primo luogo per i genitori, oggi c’è la tendenza al lassismo, al lasciar correre tutto. Questo però non va confuso con la tolleranza, che è una cosa diversa». «La maggior sfida oggi nell'educazione – spiega Giuseppe Brugnone, capo scout del Busto 5 - è quella di riuscire a rimanere al passo con i tempi. I bambini e i ragazzi oggi maturano molto più velocemente e utilizzano mezzi che se non usati in modo responsabile possono avere un effetto tutt'altro che positivo. E’ importante la formazione costante di noi capi, per poter fornire un servizio di qualità ai ragazzi».
Brigida Rangone
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