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Strafalcioni bustocchi (di L. Giavini)I più belli sono quelli - per così dire - figli di chi voleva fare il saputo, italianizzando espressioni Bustocche o … involontariamente bustocchizzando espressioni estere. Il testo principale è frutto dell'amico Luigi Giavini, con alcune note del webmaster. "Ul mé co al é andèi in tir !".L'avevano sbattuta da un ufficio all'altro senza mai arrivare ad una soluzione, per cui la testa della Carolina detta Carulö, vicino ai novanta, andò "in tilt", o meglio, perché più efficace, in TIR. Questa battuta ebbe l'effetto del sassolino gettato nello stagno: un'onda tira l'altra e cominciai a ridere pensando agli strafalcioni Bustocchi. Ho scritto "Strafalcioni" con la "s" maiuscola perché in effetti si tratta di strafalcioni da risate spaziali, a cominciare dalla famosa battuta del Turconi, mezz'ala della Pro Patria ( a Pu Patria, per la gente di Busto), convocato per le olimpiadi di Atene negli anni dopo la guerra. Arrivato ad Atene, intravisto in lontananza il Partenone esclamò, con animo preoccupato e meravigliato: "Cramenzu, che bumbardamentu !" E cosa dire del saccente che in Austria, per colpire con la sua erudizione i compagni di viaggio, tradusse Rathaus, il municipio, con un esilarante "Cà di rati !". La serie continua con "pentegite" invece di appendicite, con "plantare atomico" invece di anatomico, gli antibioci al posto degli antibiotici, la prospera al posto della prostata e - a proposito di prostata - sentite l'osservazione della Tina alla osservazione secondo la quale faceva un po' fatica a parlare: "Te gh'é rasòn, hu andà dul dutùi par faghi cambià a prostata parchè a ma l'ha metüa malamenti". Era, ovviamente, la protesi. Nota di Enrico…Aggiungo un paio capitatami di recente: "Mèti sü ul Ciu en Lai, ch'al piöi". Trattavasi del famoso K-way. E l'anziana nonna di Cristina che, riferendosi al lago di Monate riferì di aver saputo che "al è tütu inclinà", riferendosi al noto problema dell'inquinamento delle acque.. E non dimentichiamo l'episodio già raccontato su queste pagine da Giorgio Giacomelli, a proposito della signora Esterina: "Questa spilla che ho al collo è opera del 26° secolo, me l'ha detto il gioielliere; l'ha costruita il Cellini. Questo orologio è quello che aveva al polso Cleopatra quando morì invelenata da uno spungione; a casa poi ci ho un triclinio, sul quale l'imperatore, che adesso non mi ricordo come si chiama, ci faceva le orgie con quelle porcelle delle quartigiane.. Un Bustocco DOC tornato dalla partita che aveva visto la Pro Patria perdere, mi disse sconsolato: "Sa la va inanzi inscì, a giügà, a la ria nanca ai play boy". Avete capito tutti che si trattava dei Play Off. Da ultimo, ecco la micidiale battuta che dice tutto sull ospirito ironico dei bustocchi. Entrano in un negozio due donne che più brutte non si può, sì insomma, di quelle che a Busto vengono dette "Carüspi". Noto un vecchietto dagli occhi ancora vispi (il resto non lo so !!!) che le fissa intensamente, poi volge lo sguardo a me e dice "sulvusi": "Chi li ?! S'i u bütan in duna vasca da piragna, pa ul stremìzi i piragna i dientan vegetarian !". Mitico !! Luigi Giavini, Aprile 1998. |